

Il capitano chiamò il sergente.
“Sergente, ho appena ricevuto un telegramma che la madre di Smith è morta ieri. Meglio andare a dirglielo e mandarlo a trovarmi.”
Così il Sergente ordina la formazione mattutina e schiera tutti i soldati. “Ascoltate, uomini”, dice il Sergente. “Johnson si presenti al Personale per firmare dei documenti. Il resto di voi uomini si presenti al Parco Macchine per manutenzione. Oh, a proposito, Smith, tua madre è morta, si presenti al comandante.”
Più tardi quel giorno il Capitano chiamò il Sergente nel suo ufficio. “Ehi, Sergente, è stato un modo piuttosto freddo per informare Smith che sua madre era morta. Non potresti essere un po’ più diplomatico, la prossima volta?”
«Sì, signore», rispose il sergente.
Qualche mese dopo, il Capitano chiamò di nuovo il Sergente e gli disse: “Sergente, ho appena ricevuto un telegramma che la madre di James è morta. Faresti meglio ad andare a dirglielo e a mandarlo da me. Questa volta sii più diplomatico”.
Quindi il sergente ordina la formazione mattutina. “Ok, uomini, schieratevi e ascoltate.”
“Tutti coloro che hanno una madre, facciano due passi avanti.”
“Non così in fretta, James!”

Un Uber sta percorrendo un viale quando passa con il semaforo rosso.
“Ehi!” grida il passeggero. “Stai attento!”
“Non preoccuparti”, dice l’autista. “Mio fratello lo fa sempre.”
Passa a tutta velocità il semaforo rosso successivo e il passeggero urla: “Smettila di farlo!”
“Te lo dico io, mio fratello fa sempre così.”
Si avvicinano al semaforo successivo. Proprio quando scatta il verde, l’autista frena bruscamente. Il passeggero, confuso, chiede: “Hai appena passato due semafori rossi; perché ti sei fermato al verde?”
“Dovevo farlo”, dice l’autista. “Mio fratello avrebbe potuto venire.”
Durante un attacco simulato, le truppe devono difendersi da un nemico immaginario, come lo chiama il sergente.
Mentre urla ordini, nota che una recluta risponde poco.
“Tu là”, grida il sergente, “il nemico immaginario sta avanzando e tu sei preso nel fuoco incrociato. Azione!”
La recluta fa dieci passi di lato.
“Cosa stai facendo, amico?” urla il sergente, rosso in viso per la rabbia.
“Mi rifugio dietro una collina immaginaria”, risponde con calma la recluta.
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