Una donna di 85 anni di nome Doris si è recata al DMV per rinnovare la patente di guida.

Una donna di 85 anni di nome Doris si è recata alla Motorizzazione per rinnovare la patente.
L’impiegato ha esaminato i suoi documenti e le ha detto: “Signora, vedo che non ha commesso una sola violazione del codice della strada in 65 anni! Incredibile!”

Doris sorrise raggiante. “Esatto, giovanotto! Guido da quando avevo 20 anni e non mi è mai capitato di essere fermata, di avere un incidente o addirittura di prendere una multa per divieto di sosta.”

L’impiegato era impressionato. “Beh, è ​​un bel risultato. Ma vista la sua età, devo chiederle: è sicuro di sentirsi ancora a suo agio alla guida?”

Doris sbuffò. “Certo! Guido tutti i giorni. Porto i miei amici a bingo, vado a fare la spesa e sono persino venuta qui in macchina! Avrò anche 85 anni, ma ho i riflessi di un gatto e la vista di un’aquila.”

L’impiegato annuì e le porse un esame della vista. “Va bene, controlliamo la sua vista.”

Doris indossò i suoi occhiali spessi e scrutò la macchina per la visione. “Oh sì, la vedo! C’è una grande ‘E’ in cima, poi una ‘F’ e una ‘P’…”

L’impiegato sorrise. “Benissimo! Ora, puoi leggere la seconda riga?”

Doris socchiuse gli occhi. “Hmm… vedo una ‘Q’… o forse una ‘O’? No, aspetta! È una bicicletta!”

L’impiegato aggrottò la fronte. “Signora… ci sono solo lettere sulla tabella.”

Doris fece un gesto con la mano. “Oh, lo so! Ma alla mia età ho imparato a prevedere i segnali stradali. Se c’è una ‘O’ e una ‘P’ insieme, di solito significa ‘STOP’! E se c’è una ‘Q’, significa che dovrei rallentare perché probabilmente sto per perdere la mia svolta.”

L’impiegato esitò, ma poi decise di continuare. “Bene, passiamo al tempo di reazione. Ora darò un colpetto sul bancone e, quando lo farò, voglio che tu batta le mani il più velocemente possibile.”

Doris annuì con entusiasmo.

L’impiegato diede un colpetto sulla scrivania.

Doris rimase immobile.

L’impiegato gli diede un altro colpetto.

Ancora niente.

Alla fine, dopo ben 30 secondi, Doris batté le mani.

L’impiegato alzò un sopracciglio. “Ehm… c’è stato un ritardo?”

Doris ridacchiò. “No, cara, stavo solo finendo il mio sorso di tè. Non bisognerebbe mai avere fretta di bere un buon Earl Grey.”

L’impiegato sospirò. “Signora, non ne sono davvero sicuro…”

Proprio in quel momento, un altro dipendente del DMV irruppe nella stanza. “Oh, grazie al cielo è qui, signora Doris! La sua auto blocca quattro posti auto, c’è un carrello della spesa incastrato sotto il paraurti e la freccia sinistra è accesa da 20 minuti”.

Doris sussultò. “Oh, cielo! Quella doveva essere la macchina di qualcun altro!”

L’operaio scosse la testa. “Signora, è una Cadillac rosa acceso con un adesivo sul paraurti con la scritta ‘Bingo Queen’ e un bobblehead di Betty White sul cruscotto.”

Doris rifletté per un attimo. “Hmm… va bene, forse ero io. Ma a mia discolpa, i parcheggi sono confusionari alla mia età! Ricordo quando erano solo terra e pali per i cavalli!”

L’impiegato fece un respiro profondo. “Signora… credo che sia il momento di considerare di smettere di guidare.”

Doris si sporse verso di lui con un sorrisetto. “Giovanotto, smetterò di guidare il giorno in cui non ricorderò più dove ho messo le chiavi.”

L’operaio scosse la testa. “Signora, le chiavi sono in mano.”

Doris rise. “Bene, allora credo di poter ancora andare!”

E con ciò, uscì trascinando i piedi dalla porta, salì in macchina e partì prontamente, con la freccia sinistra ancora accesa.

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